Articoli-CENTRO STUDI PEDAGOGIA DELLA MEDIAZIONE
Elena Merola
Presidente Associazione Italiana SuXfragile
(In allegato articolo completo - cronaca della partita)
I giornali di oggi riportano una notizia che suscita in Anffas Onlus,
Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o
Relazionale, sentimenti fortemente contraddittori.
La notizia è quella proveniente da una scuola media di Catanzaro allinterno della quale la Dirigente Scolastica avrebbe (secondo quanto riportato dalla stampa) negato ad un alunno con sindrome di down la partecipazione a gite scolastiche ed uscite didattiche, invitando i compagni ed i docenti a nascondere allo stesso le date delle uscite in programmazione adducendo quale motivazione la scarsa capacità dello stesso ad apprendere a causa della sua infermità. Invito, questo, che sarebbe stato immediatamente declinato dagli stessi, i quali avrebbero dichiarato di preferire rinunciare tutti alle gite piuttosto che veder discriminato il loro compagno.
La notizia suscita in noi sentimenti contrastanti perché:
Se le leggi diventano «benevoli consigli»
(di Elena Duccillo*)
«Il docente di sostegno - scrive Elena Duccillo in questa sua riflessione - non può essere una risorsa della scuola che in assenza di altre risorse viene impunemente distratto dai propri compiti per sopperire ai tagli continui perpetrati e giustificati con un patto di stabilità che mortifica e uccide la scuola pubblica e il diritto allo studio di Cittadini che hanno pari dignità e diritti in base alla Costituzione in una nazione civile». E invece la quotidianità racconta ben altro, in barba alle stesse Linee Guida Ministeriali per l'Integrazione Scolastica degli Alunni con Disabilità, elaborate appena due anni fa
Alzi la mano chi non è stato mai impropriamente
usato dietro insistenza, imposizione o cortese favore, in compiti che esulano dal proprio status di docenti. «Ma che venissero gli
Ispettori Ministeriali! Che ce lo dicano loro come possiamo tenere la scuola
aperta e gli alunni in classe senza avere gli organici minimamente sufficienti
per permettere la frequenza!». Queste parole echeggiano alle ammonizioni
bonarie di chi tenta di far comprendere che di abuso si tratta.
Le soluzioni adottate per tirare la coperta corta fanno un baffo all'"olandese
volante" del calcio Hendrik Johannes Cruijff, ritenuto il miglior
fantasista di tutti i tempi. Certo, sì, un calciatore: infatti pare che in
Italia la mamma, gli spaghetti e il calcio non subiranno mai né tagli né
esautorazioni. Per tutto il resto non si può usare più nemmeno
"MasterCard", come vorrebbe la pubblicità. Abbiamo tutti sotto gli
occhi le cronache tragiche dal punto di vista finanziario e non solo.
La cronaca nera, ad esempio, ci ammonisce che anche per recuperare un
prestito di venti euro a un vicino della porta accanto si può essere uccisi. Ma
torniamo alla realtà scolastica che rispetto alla mia
dissertazione è fulcro del "Si salvi chi può!".
Ci sono 94.000 docenti di sostegno, a dire del ministro Gelmini, che però da due anni non fornisce dati in
regime di trasparenza, tranne citarli in conferenze scritte da portavoce di
dubbia competenza. Di questi docenti, secondo ufficiose dichiarazioni recenti
di opinionisti e consulenti di organizzazioni che conducono indagini, sono 1.880 quelli sistematicamente utilizzati per supplire docenti assenti o posti ancora vacanti, se non pure supplenze da conferire "fino ad avente diritto", che
gli aspiranti delle graduatorie di Istituto rifiutano a propria tutela, per
ragionamenti e meccanismi che sarebbero assai contorti da spiegare.
Vogliamo dare un'imperativa occhiata alle fonti normative, visto l'assunto che
"La legge non ammette ignoranza"? Vogliamo alzare
la testa, giacché è ora di dire basta alla politica del "volemose bene" e
del "damose da fa'" delle scuole, rassegnate a tutto ciò che piove
dall'alto o adesso viaggia in "trafori ironici", ma il cui esito
disastroso è mal gestito dalle singole
Istituzioni?
Qui si sta legittimando quello che serpeggia in proposte vuote ed errate
pedagogicamente, messe a punto da persone ed enti che non hanno un giorno di vissuto d'aula, dove ti manca dalla
carta igienica al bidello, dal registro agli arredi d'aula - banchi compresi -
dalla fotocopia al dirigente scolastico. Ma sì, diamo al vicario le redini
della scuola, ma… a costo zero! E non vi è alcuna
traccia delle indennità spettanti ai docenti vicari. Anche loro impropriamente
sfruttati. Anche loro a colmare tagli e fughe di chi riesce e neanche con
certezza ad assicurarsi il collocamento a riposo.
La class action? Finita nel nulla e nulla
può risarcire se non un ricorso individuale. Che si rivolgano alla legge o
lavorino gratis! In fondo, se loro lavorano gratis, perché un docente pagato
dallo Stato non dovrebbe invece fare "di tutto un po'"? Perché, hai
visto mai che un domani non ci siano più i docenti di sostegno…
E allora? Meglio fare esperienza, imparare l'arte e metterla da parte! Se poi
il danno esistenziale all'alunno disabile si dovesse verificare, è il genitore che deve chiedere risarcimento, è il giudice che deve tirare per la giacca il dirigente scolastico. Il docente? Può essere
cacciato solo se «inidoneo allo scopo». Lo dice il Consiglio di Stato. Per uno
scopo, però, non appare inidoneo, stante le numerose
segnalazioni: le supplenze!
Le Linee Guida del Ministero per l'Integrazione Scolastica degli Alunni con Disabilità,
varate il 4 agosto 2009, vigono ad oggi tra l'indifferenza
generale e la consuetudine che per far rispettare le leggi in Italia serve il tribunale. Non necessita conoscenza e applicazione, le leggi sono consigli, o meglio: sono ritenute "benevoli consigli"! I dettami, inoltre, non
hanno prodotto giurisprudenza propria. Sono una rassegna delle leggi
previgenti.
Tre passi soli mi preme ricordare delle citate Linee Guida:
- pagina 14: «...è contraria alle disposizioni della
Legge104/92, la
costituzione di laboratori che accolgano più alunni
con disabilità per quote orarie anche minime e per prolungati e reiterati
periodi dell’anno scolastico”».
Nelle proposte progettuali, al contrario, si moltiplicano soluzioni della
serie: togliamo qualche ora di servizio a docente dalla contemporaneità e
"ammucchiamo su i diseredati", magari - "idea geniale"
- per gruppi omogenei di disfunzionalità degli alunni. Una triste deportazione, ovviamente fuori dall'aula, verso leaberranti "aule di sostegno". Lo dico da anni: dove c’è l'aula
cosiddetta di sostegno non ci sono io. A tutto c'è un limite!
Secondo passo:
- pagina 15: «...l'insegnante per le attività di sostegno non può essere
utilizzato per svolgere altro tipo di funzioni se non quelle strettamente
connesse al progetto d'integrazione, qualora tale diverso utilizzo riduca anche
in minima parte l'efficacia di detto progetto».
L’ho premesso, è nel mio titolo Invece supplì!
[si riferisce al titolo originale del presente testo, che era appunto
"Invece supplì!", N.d.R.]. E di riso ce n’è poco davvero. Supplì al
telefono? No: non c'è nemmeno l'italianissima mozzarella. Supplì di persona, sì, il docente, subendo un abuso sia
pure quando il fine vorrebbe giustificare i mezzi. In vece? Certo, usato avverbialmente "dicesi di persona o di cosa che sia in
luogo d'altra". In luogo d’altra? Sempre, quando torna comodo… tranne poi
scoprire che la stessa docente è considerata dai più assegnata all'alunno e non alla classe nel team a pieno titolo
come titolare.
Terzo e ultimo passo, della serie "non c'è due senza tre!", anche se
suggerisco a tutti i Lettori un ripasso dell'intero testo:
- pagine 15 e 18: «Le opportunità offerte
dalla flessibilità organizzativa per il raggiungimento del diritto allo studio
degli alunni con disabilità sono molteplici. [...] L'assegnazione
dell'insegnante per le attività di sostegno alla classe, così come previsto dal
Testo Unico L. 297/94 [in realtà Decreto Legislativo 297/94, N.d.R.] rappresenta la
"vera" natura del ruolo che egli svolge nel processo di integrazione.
Infatti è l'intera comunità scolastica che deve essere coinvolta nel processo
in questione e non solo una figura professionale specifica a cui demandare in
modo esclusivo il compito dell'integrazione. Il limite maggiore di tale
impostazione risiede nel fatto che nelle ore in cui non è presente il docente
per le attività di sostegno esiste il concreto rischio che per l'alunno con
disabilità non vi sia la necessaria tutela in ordine al diritto allo studio. La
logica deve essere invece sistemica, ovvero quella secondo cui il docente in questione
è 'assegnato alla classe per le attività di sostegno', nel senso che oltre a
intervenire sulla base di una preparazione specifica nelle ore in classe
collabora con l'insegnante curricolare e con il Consiglio di Classe affinché
l'iter formativo dell'alunno possa continuare anche in sua assenza».
Chioso precisando unicamente che quel «possa continuare anche in sua assenza» non è e non può essere interpretato come «il docente di
sostegno è una risorsa della scuola che in assenza di altre risorse viene impunemente distratto dai propri compiti per sopperire ai tagli
continui perpetrati e giustificati con un patto di stabilità che mortifica e
uccide la scuola pubblica e il diritto allo studio di cittadini che hanno pari
dignità e diritti in base alla Costituzione in una nazione civile».
*Coordinatrice provinciale dell'ANIEF di Roma,
Associazione Professionale Sindacale. Testo già apparso in «Trensetter»,
rubrica dell'ANIEF, con il titolo Invece supplì! E' ora di
cambiare menù e qui ripreso, con lievi riadattamenti,
per gentile concessione.
Ultimo aggiornamento (lunedì 17 ottobre 2011 16:14)
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COMUNICATO STAMPA
“Il disegno di legge delega sulla riforma assistenziale è inemendabile nei contenuti, nella forma, nelle finalità e nei metodi”. Così ha perentoriamente dichiarato Pietro Barbieri, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, a margine della audizione presso la Commissione Finanze della Camera presso la quale la FISH è stata convocata.
Ma anche la riforma fiscale costituisce, in alcune sue parti, un pericoloso arretramento nelle politiche, dirette o indirette, a favore di tutte le famiglie e dei singoli in maggiore difficoltà e non può che produrre effetti dannosi e recessivi, oltre che per la coesione sociale, anche per l’economia reale.
In un corposo ma molto chiaro documento, lasciato agli atti della Camera, la FISH ha posto in assoluta evidenza quali saranno le ricadute negative sulle famiglie italiane, sulle persone con disabilità e sui diritti soggettivi.
Le critiche al disegno di legge sono sia formali e costituzionali (la stessa forma della delega consente una eccessiva discrezionalità al Governo), che di merito e di contesto: gli effetti che questa norma, se approvata, produrrebbe nel tessuto sociale del Paese sarebbero nefasti.
“Il documento depositato – informa Barbieri – rappresenta anche uno sforzo informativo che è illuminante circa le immediate ricadute alle quali si è dato finora poca importanza. Apparirà ora con tutta evidenza che cosa accade dal 2012”.
Quella della FISH si aggiunge alle altre stroncature che il disegno di legge ha subito alla prima analisi in Commissione Finanze. La più rilevante quella della Corte dei conti, ma altrettanto decise critiche sono arrivate, finora, anche dai Sindacati e da Confindustria.
Il documento depositato dalla Federazione è consultabile nel sito FISH.
18 ottobre 2011
FISH - Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap
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