Cosè lICF modello biopsicosociale-CENTRO STUDI PEDAGOGIA DELLA MEDIAZIONE
La funzione generica consiste nel fornire un linguaggio standard che rappresenti un modello universalmente riconosciuto e comprensibile. Consente di descrivere o classificare tutto ciò che può verificarsi in associazione a una particolare condizione di salute.
Applicabile a chiunque versi in particolari condizioni, tali da richiederne una valutazione, personale e sociale, rappresenta una concezione rivoluzionaria nel campo della disabilità che per la prima volta tiene conto dei fattori contestuali ed ambientali in cui un soggetto vive.
La Classificazione ICF è stata adottata in vari settori socio sanitari. Viene utilizzato quale strumento educativo, clinico, politico nonchè strumento di ricerca e statistica. Molti professionisti ne fanno anche uso nell'area assicurativa, dell'economia, dell'istruzione, del lavoro, della sicurezza e legislativo.
Per garantire un risultato di qualità e una corretta interpretazione nella valutazione di risultati in ambienti e culture spesso differenti, diventa necessario prevedere un'interrelazione tra i sopracitati scopi.
Il quadro concettuale ufficialmente assunto come riferimento generale nei confronti dello studio delle disabiltà è stato finora costituito dalla classificazione internazionale ICIDH/80 dell'OMS che stabilisce una tripartizione tra menomazione (Impairment), disabilità (Disability) e handicap (H) (o svantaggio sociale).
Secondo questa interpretazione:
Nel 2001 la stessa istituzione col documento International Classification of Functioning, Disability and Health - ICF ha promosso un cambiamento sostanziale nell’approccio alla condizione, definendo un quadro di riferimento rivoluzionario e un linguaggio unificato per descrivere lo stato di salute di una persona si assiste ad un rovesciamento dei termini di riferimento, parlando in positivo di funzioni, strutture, attività e partecipazione anziché di impedimenti, disabilità, handicap.
Il processo disabilitante è visto come un'interazione/relazione complessa fra la condizione di salute ed i fattori contestuali (cioè fattori ambientali e personali) con un'interazione dinamica fra questi fattori che possono modificarsi reciprocamente.
Lo scopo è dare una visione globale della persona e non della malattia puntando sullo sviluppo delle sue abilità e su un contesto ambientale favorente.
L’approccio non è più orientato all’erogazione di prestazioni ma al raggiungimento della massima autonomia possibile.
Nell’affrontare la tematica della disabilità non si può prescindere dal contesto in cui la persona vive. L’azione dei servizi deve farsi carico di stimolare modificazioni anche all’interno dei diversi ambiti di vita e relazione.